
Finalmente “Fuori di schermo” con Nethesis e i suoi Eroi Digitali per confrontarsi sul rapporto tra la loro responsabilità professionale e il cyber risk dei loro clienti. Cosa è emerso nella effervescente due giorni di Riccione.
La consapevolezza su responsabilità professionale e cyber risk è in aumento
Due anni di pandemia hanno lasciato il segno nelle relazioni di business. Non ci si è fermati, sono maturati progetti assicurativi e collaborazioni, ma certo c’è molta voglia di “uscire dagli schermi” (e anche dagli schemi) e stringersi la mano. Una voglia espressa decisamente dalla partecipazione di più di 300 aziende partner nuove e consolidate e i sorrisi di più di 600 tra tecnici e commerciali del mondo ICT al Nethesis Partner Meeting 2022 di Riccione. E Margas, Broker e Consulente di Assicurazioni, perché è tornata?
Gli operatori che analizzano, implementano e gestiscono in tutta Italia, anche attraverso le soluzioni e servizi di Nethesis, la digitalizzazione dei loro clienti PMI, sono interlocutori importanti per noi.
Lo sono per due ragioni:
- perché portatori sani di una loro responsabilità professionale ICT di fare al meglio il loro lavoro, possibilmente senza causare danni ai loro clienti, ma anche
- perché hanno il polso dell’approccio dei loro clienti alla digitalizzazione e quindi al Cyber Risk.

Assicurazioni e ICT, non è più una strana coppia (o forse si?!)
Questa edizione ha avuto, tra i tanti, il pregio di farci sentire a nostro agio. Nessuna tra le persone venute al nostro desk o tra i più di 60 che hanno seguito il nostro intervento nel programma pomeridiano (visiona le slide), ci ha chiesto: come mai siete qui? Non quest’anno.
In questi due anni qualcosa è cambiato sul mercato e questo meeting ce lo ha confermato.
Unire le forze per definire il cyber risk
I clienti finali parlano sempre di più di sicurezza coi loro fornitori. Le notizie di cronaca ormai all’ordine del giorno e trasmesse ancor di più in camera caritatis tra imprenditori, fanno sentire i loro effetti. Ma non sempre c’è il convincimento di investire tutto quello che si dovrebbe in formazione, processi e tecnologia e in realtà non si ha idea di quanto si dovrebbe investire, perché è complesso valutare il costo, per esempio, di un fermo di attività. Allora chiedono delle polizze assicurative Cyber e spesso lo chiedono al fornitore IT. Ma sono pronti?
In effetti il mercato assicurativo sta stringendo le maglie, chiedendo sempre di più requisiti minimi di sicurezza. Un panorama in continua evoluzione, che richiede che il broker stia al passo e sia in grado di dialogare con l’azienda e il suo fornitore IT.
Preservare il business IT e la catena di fornitura
Altro aspetto: una maggiore consapevolezza nella supply chain digitale fa sì che le aziende “utenti digitali” nella selezione fornitori comincino a fare le domande assicurative giuste: sei dotato di una copertura assicurativa capace di rispondere alle mie richieste ristoro di danni patrimoniali che potresti avermi arrecato nell’esercizio del tuo lavoro di sviluppatore, system integrator, msp o cyber security specialist?
Oppure: la nostra azienda ICT, che è una piccola boutique e lavora anche per aziende molto più grandi di noi, sottoscrive contratti impegnativi, è in grado di affrontare una eventuale richiesta danni per nostri errori ed omissioni? Mi basta la polizza dell’ufficio o la RC Generale?

Dalla responsabilità professionale ICT al Cyber risk
E così nei nostri incontri in sala Expo, in conference o nelle piacevolissime escursioni fuori business ideali per il networking, broker e professionisti dell’IT sono passati da un tema all’altro, trovando insieme come rispondere alle esigenze del business, delle aziende clienti e delle compagnie assicurative in fibrillazione.
Parole chiave: collaborazione, competenza, win win, resilienza o antifragilità della supply chain.
Parliamo la stessa lingua e guardiamo dalla stessa parte! Continuiamo a sentirci. Chiama o scrivici!
