
Le novità introdotte dalla Legge di Stabilità 2016 premiano il Welfare aziendale e introducono cambiamenti nei premi di produttività. I piani di flexible benefits diventano più appetibili anche per le PMI. Introdurre il Welfare in azienda significa agire direttamente sullo schema retributivo del lavoratore, cambiandone il paradigma e impattando positivamente su reddito, fiscalità, motivazione e produttività. Virtuosi gli effetti sull’indotto nel mondo dei servizi e prodotti alla persona che si inseriscono nelle piattaforme.
La Legge di Stabilità 2016 e i flexible benefits
La Legge di Stabilità 2016 prevede interventi per il welfare aziendale, rendendolo appetibile anche alle PMI. Si amplia infatti la palette dei benefits contemplati sul fronte dei premi di produttività e partecipazione agli utili d’impresa. Così facendo le aziende risparmiano sul costo del lavoro andando incontro ai propri dipendenti.
Questi invece potranno godere di “prestazioni” dal valore superiore (perché netto) di quello di un premio monetario in busta paga.
Si tratta di una azione volta ad incidere tanto sulla parte variabile della cosiddetta retribuzione diretta (“cash”), quanto sui tipi di benefit parte della retribuzione indiretta (“in natura”).
Con il termine “benefit” ci si riferisce a strumenti retributivi che non compensano il lavoratore per il servizio svolto (principio di corrispettività), ma generalmente si pongono l’obiettivo di fidelizzare, oltre che motivare, determinate categorie di lavoratori.
Ogni benefit ha un chiaro controvalore economico, ma, trattandosi di retribuzione “in natura”, il valore che ognuno gli attribuisce varia in base all’utilità percepita del benefit e ai gusti/esigenze di vita personali.
I benefit più diffusi sono stati fino ad oggi le polizze assicurative, il pagamento delle spese mediche, il servizio di check-up di salute annuale e l’iscrizione a fondi di previdenza integrativa.
Con la Legge di Stabilità 2016 la detassazione incentiva l’ampliamento dell’offerta al
- sostegno alle spese di istruzione
- alle borse di studio
- asili nido
- assistenza ai familiari non autosufficienti
- voucher per servizi di baby-sitting
- trasporto pubblico, buoni spesa e carburante,….
Alle imprese viene così dato uno strumento più efficace per “premiare” i collaboratori e indirettamente il nucleo familiare.
Per una sintesi dei provvedimenti scarica il whitepaper.
Perché scegliere il modello dei Flexible Benefits
Esistono già da tempo sul mercato proposte di offerta e gestione di benefit aziendali di tipo “flessibile”. Privilegiate fin qui solo dalle aziende più grandi per avere vantaggi fiscali e al contempo fidelizzare i dipendenti di fascia alta. I provvedimenti governativi dovrebbero ora favorirne la diffusione anche tra le aziende più tipiche del tessuto imprenditoriale italiano, le PMI e a gruppi più estesi di dipendenti.
Si tratta normalmente di erogazioni fatte all’interno di una piattaforma web accessibile al dipendente. Al suo interno egli utilizza il budget assegnatogli dall’azienda ovvero i vari benefit del paniere.
Questi sono stati precedentemente selezionati in accordo con i dipendenti e/o i sindacati sulla base delle esigenze legate all’età e allo stile di vita. Informazioni precedentemente raccolte attraverso una indagine demografica anonima e tenendo conto della mission di un piano di welfare:
migliorare la vita lavorativa e privata in contesti “sociali” e migliorare la percezione dello sforzo aziendale.
[…] pensare alle persone e valorizzarne il loro ruolo in azienda anche attraverso politiche di welfare che tengano conto della salute (polizze sanitarie integrative), ma anche della dimensione extra-aziendale del dipendente, la cui serenità – se legata all’azienda- non farà che migliorare attenzione , fiducia e produttività (Flexible Benefits). […]