
Perdere l’autosufficienza e diventare un peso quando si è un punto di riferimento, può essere un problema. Esistono delle polizze assicurative denominate LTC o Long Term Care. Vediamo in cosa consistono e se possono farci vivere più sereni oggi e domani.
Da una indagine del Centro Studi Investimenti Sociali (CENSIS) del 2017 più di un quarto degli italiani intervistati in ogni fascia sociale si dice preoccupato, per il futuro, della possibilità di perdere l’autosufficienza e di trovarsi in gravi difficoltà economiche e di vita.
Cosa vuol dire paura di perdere l’autosufficienza?
Innanzitutto e’ necessario spiegare cosa si intende per “perdere l’autosufficienza”.
Essa si verifica quando una persona in genere anziana o disabile, non è più in grado di svolgere per malattia o incidente, alcuni atti quotidiani come:
- farsi il bagno o la doccia
- vestirsi e svestirsi
- lavarsi
- muoversi
- essere continente
- bere e mangiare
- avere memoria e una funzionalità verbale e logica efficace
Non essere più in grado di esercitare una o più di queste abilità “normali”, rende necessaria l’assistenza di un’altra persona.
Se l’assistenza pubblica non aiuta
L’assistenza pubblica in Italia non riesce a far fronte alla domanda dei non autosufficienti per quantità e qualità dei servizi offerti. Infatti per la perdita di autosufficienza si mobilitano nel nostro paes rilevanti risorse private: oltre 9 miliardi di euro per le badanti, 4,9 miliardi di euro per il pagamento delle rette per gli oltre 295 mila longevi ospiti di residenze.
Il mercato assicurativo naturalmente – oltre a sponsorizzare diverse ricerche in questo ambito- fa le sue proposte, tra cui quelle della famiglia di polizze assicurative a rendita vitalizia immediata come le Long Term Care o LTC.
Come funziona una polizza LTC?
La persona che vuole stipulare una polizza di questo tipo deve sottoporsi ad alcuni controlli medici e in alcuni casi avere un’età’ minima (di solito 40 anni) e non aver superato una età massima (di solito 75 anni).
Svolti positivamente gli esami medici, potrà accendere una polizza per assicurarsi una rendita annua, compresa tra un minimo ed un massimo a scelta del Contraente. Detti importi sono rivalutabili annualmente con determinati criteri stabiliti nel contratto di assicurazione.
La durata dei pagamenti dei premi può variare di solito da un minimo (5 anni) ad un massimo (25 anni) o fino all’età pensionabile e l’obbligo di pagare i premi cesserà automaticamente al momento in cui verrà accertata la perdita di autosufficienza.
La polizza esplica la sua efficacia (ovvero eroga la rendita) se è passato almeno un anno dalla stipula. La copertura si attiva al verificarsi di quattro delle sei condizioni di non autosufficienza indicate sopra.
Franchigie ed esclusioni
In altre parole se la “perdita di autosufficienza” avviene una volta trascorso un cosiddetto periodo di carenza, cioè di un periodo iniziale di durata variabile deciso dall’assicuratore a titolo di “franchigia” (per esempio sei mesi o un anno dalla partenza del contratto) o per particolari malattie, verrà erogata la rendita rivalutata o in alternativa alla rendita, il capitale.
Il periodo di carenza di solito non viene considerato in caso di infortuni dovuti a eventi della vita “normale” esclusi sempre gli sport pericolosi. In questo caso la rendita o il pagamento del capitale e’ immediato, basta aver stipulato la polizza e pagato la prima rata.
Le esclusioni sono riferite principalmente ad atti volontari (tentativo di suicidio, non ottemperanza a prescrizioni mediche, patologie mentali non invalidanti).
La perdita di autosufficienza si può quantificare
Come si potrà immaginare non esiste stipula o liquidazione di assicurazione senza quantificazione. Nelle polizze Long Term Care è prevista solitamente l’assegnazione di un punteggio ad ognuno degli atti elementari che non si è più in grado di compiere a seconda che l’impedimento sia totale o parziale. Al raggiungimento di una determinata soglia scatta una rendita immediata, non tassabile, che permetterà alla persona non autosufficiente di pagare una badante o comunque farsi assistere da un familiare.
Altre formulazioni richiedono l’inabilità in almeno tre azioni o la diagnosi di morbo di Alzheimer o demenza senile.
Tutte queste circostanze devono essere documentate da controlli medici fatti effettuare sia dal soggetto che da parte dell’ ente che eroga la prestazione.
La domanda sorge spontanea: quanto costano questo tipo di polizze?
In generale non molto. L’importo annuo dipende dall’età del soggetto, dalla rendita che si vuole assicurare e dalla durata dei pagamenti.
A puro titolo esemplificativo, possiamo configurare i seguenti casi:
– un uomo di 50 anni che voglia pagare per 10 anni e assicurarsi una rendita di € 1.500 al mese (18.000 € all’anno), pagherà un premio di circa 1700 € annui;
– Chi invece voglia pagare la polizza per tutti gli anni fino all’età della pensione, può andare a pagare un importo intorno ai 900/1000 € annui .
Come si vede si tratta di cifre tutto sommato non elevate e in parte non tassabili.
E’ una tipologia di contratti particolarmente interessante, specialmente se stipulati quando il soggetto non è troppo avanti negli anni ed è al massimo delle sue capacità di reddito.
In Italia non sono molte le Società di Assicurazione che offrono questo tipo di polizze ed hanno costi e modalità diverse.
Trattandosi di una polizza che dovrà durare tutta la vita e garantire quanto promesso (rendita o capitale) anche dopo molti anni dalla sottoscrizione del contratto
- E’ importante scegliere una Assicurazione con una lunga storia di presenza sul mercato e che offra la massima affidabilità
- è bene farsi consigliare da un broker esperto.
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